L’architettura onirica del fiorentino Alessandro Gioli in castello a Udine dal 5 al 28 giugno. Vernice con musica, danza e tree climbers.

In mostra 28 disegni di architettura come altrettanti “paesaggi della mente di cui fanno parte gli alberi che assistono in silenzio”.

  • Nuovo appuntamento Soglie 2.0
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Taglio del nastro venerdì 5 giugno alle 18 con una performance che intreccia musica, danza e tree climbers su uno dei cedri secolari della salita al castello.

Un evento pensato dall’Associazione C.O.R.E. con il contributo della Regione FVG e il patrocinio del Comune e dell’Università di Udine.

La mostra resterà aperta dal 5 al 28 giugno con il seguente orario: venerdì e sabato 16-19; domenica 10.30-13; 16-19.
Ingresso libero.

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“I miei disegni sono fatti perché vi si possa vivere”. È la sintesi con la quale l’architetto e pittore fiorentino Alessandro Gioli rappresenta la sua produzione che dal 5 al 28 giugno sarà godibile alla Casa della Confraternita sul piazzale del castello di Udine per iniziativa del progetto “Soglie 2.0”, ideato dall’associazione culturale C.O.R.E. con il contributo della Regione e la collaborazione di una pluralità di soggetti pubblici e privati.

L’esposizione “Gli alberi e le presenze” propone 18 disegni di architettura di grandi dimensioni (70x100mm) e 10 disegni più piccoli (50×70) che “sono la restituzione fantastica di una realtà costruita, di architetture che rimangono sospese come in un sogno. Geometrie che dispongono a intuire passaggi, varchi, fenditure, tramiti fra esterno e interno, luci e ombre. Paesaggi della mente colti in un continuo atemporale istante, di cui fanno parte gli alberi che assistono in silenzio”, come racconta lo stesso autore.

Già docente di Tecnologia dell’architettura e di Progettazione dell’architettura alla facoltà di Architettura di Firenze, Gioli dal 1999 disegna con la matita colorata temi di architettura possibile ed è membro dell’Accademia delle Arti del Disegno fondata da Giorgio Vasari nel 1500. “Disegni di un immaginario perduto che divengono l’origine, il seme di nuovi pensieri, di nuove immagini… infine, di nuove architetture”.

La vernice della mostra si terrà venerdì 5 giugno, alle ore 18, con un intervento dello stesso Gioli sulle sfide dell’architettura oggi e un’inedita rappresentazione sul piazzale antistante l’ingresso del museo che avrà come protagonisti la musica di “Altrioh!” (Emma Montanari, Giulio Venier e Flavio Bortuzzo), la danza della performer, insegnante e coreografa carnica Debora Di Centa e una performance di Tree climbers, con Andrea Maroè che “scalerà”, insieme al team di SuPerAlberi, uno dei cedri monumentali della salita al Castello.

Un evento che intreccia il dentro e il fuori della Casa della Confraternita: gli alberi significativamente presenti nelle architetture immaginarie di Gioli e quelli secolari che disegnano in maniera inconfondibile il paesaggio del centro di Udine.

“C’è qualcosa che le ipotesi di futuro possibile hanno in comune”, ha scritto l’architetto Paolo Ramacciotti, commentando le opere di Gioli, “cercano di affiancare l’uomo dallo stato di necessità materiale, costruendogli intorno un mondo di paesaggi sublimi, a misura della sua innata aspirazione alla libertà e alla felicità”. Ecco perché l’associazione C.O.R.E. ha scelto la mano felice di Giolinome di punta anche della progettazione bioclimatica – per proporre al pubblico nuove “Soglie” su cui riflettere in un tempo di grandi e veloci trasformazioni. Il sodalizio ha preso a prestito ancora le parole dell’architetto, quando egli pensa ai suoi disegni come opere fatte “per aprire porte, varcare soglie, salire scale, camminare lungo muri di case”.